Le premesse :
- « Probiotici »: si tratta della parola più scottante che esista in nutraceutica
- Si parla dei probiotici soprattutto per i loro benefici in ambito digestivo
- Tra gli altri benefici, l’azione sul sistema immunitario è una delle più apprezzate e documentate
- Rimane un problema: quale prodotto scegliere vista l’offerta abbondante e soprattutto tutto il marketing che ci sta dietro?
« Probiotici in salsa, al vapore , in salsa. Zuppa di probiotici, ragout di probiotici, cocktail di probiotici, insalata di probiotici hamburger di probiotici … ». Se Robert Zemeckis dovesse realizzare Forrest Gump oggi, c’è da scommettere che il migliore amico di Forrest Gump, Bubba, non sarebbe un pescatore di gamberi, ma piuttosto di probiotici.
Per prima cosa, visto che Deepwater Horizon nel frattempo è passato per quelle zone, di certo non resta molto nel Golfo del Messico. Secondo, oggi l’ingrediente da mettere in tutte le salse non è più il gambero di Bubba, ma … i probiotici!
Basta gettare uno sguardo a Google o fare un giro in farmacia capire di cosa stiamo parlando. E i dati di mercato lo confermano, i probiotici sono tra gli ingredienti più richiesti, ricercati e in più rapida crescita oggi (IQVIA, 2019).
Che cosa sono i probiotici?
Per cominciare, abbiamo davvero bisogno di ricordarvi che cosa siano i probiotici ? Questi batteri « amici » che popolano il nostro sistema digestivo che ci aiutano nella digestione , sono diventati talmente famosi da essere conosciuti da gran parte della popolazione. Anche il vocabolario tecnico è ormai diventato mainstream (« Ehi, quale ceppo stai assumendo in questo momento? »).
Ricordiamo innanzitutto che quando parliamo di ceppi o probiotici, parliamo principalmente di famiglie di batteri (cellula procariotica, nessun nucleo), ma anche di lieviti (cellula eucariotica, con un nucleo) con un ruolo da svolgere nel sistema digestivo. Alcuni ceppi di lieviti hanno fama internazionale, come il famoso Saccharomyces boulardii, estremamente documentato e con una efficacia assai rinomata (1). E che dire allora di batteri come il Bifidobacterium e gli altri lattobacilli diffusi in TV con lo spot « corpo sano, bellezza assicurata ». Tuttavia, un aspetto rimane avvolto nel mistero: da dove vengono queste piccole bestiole che assumiamo volontariamente? Come al solito Nutri & Co, senza segreti, vi svela tutto.
Ma, da cosa derivano?
Prima di tutto, quando parliamo di "ceppo", ci riferiamo ad un un batterio specifico tra una specie di batteri simili, con una sequenza o un genoma del DNA molto specifici (2). La maggior parte dei ceppi sul mercato sono di origine umana, il che significa che sono naturalmente presenti nell'intestino umano. Vi risparmiamo i dettagli tecnici dei loro campioni. Alcuni ceppi animali o estratti a partire dalla terra (bleah) sono stati studiati per essere usati come probiotici, ma sono ancora più rari. Fortunatamente, ci permettiamo di dire, visto che la loro sicurezza non è stata pienamente dimostrata (3).
Una volta isolati, i ceppi vengono fatti fermentare. Questa è una parola che dovreste aver sentito frequentemente. Questa fase consiste semplicemente nella riproduzione dei batteri: una dose di batteri viene posta in una soluzione a temperature di circa 30 ° C (molto dipende dai ceppi in questione) e viene alimentata a base di zucchero (per farla molto semplice). Questi, si riproducono in maniera abbastanza lenta. Alla fine del processo, il tutto viene rimosso e i batteri sono molto più numerosi rispetto all'inizio (4). Avrai quindi capito perché parlare di probiotici bio non abbia molto senso. A meno che i probiotici utilizzati all’origine non provengano da un intestino umano … BIO
Pertanto, i famosi fermentatori hanno "librerie" di ceppi nei loro congelatori, ceppi "generici" e conosciuti da tutti. Li utilizzano quando devono produrre dei ceppi come il Rhamnosus o il Plantarum ecc ... una goccia in un ambiente di coltura, il tutto a 30°C e via. I ceppi specifici (quelli che sono brevettati) hanno dei genomi più segreti, pur venendo ad ogni modo convalidati dalle autorità di sicurezza, mentre le loro sequenze sono depositate in database aperti come ad esempio l'Istituto Pasteur. Sono gelosamente custoditi dagli inventori che devono assicurarsi che la loro progenie protetta non finisca in una volgare biblioteca di ceppi generici. E ciò risulta comprensibile, se pensate che dietro alcuni ceppi specifici ci sono spesso anni e anni di ricerca costata svariati milioni di euro ...
Ma non vi abbiamo ancora detto tutto: i ceppi vengono successivamente concentrati in una soluzione madre, essiccati su una polvere che chiamiamo supporto (spesso maltodestrina o amido) e conservati a freddo. In sostanza, si tratta della polvere bianca di probiotici che vedete nelle capsule o nelle bustine. Questo mix viene liofilizzato (quindi essiccato) in modo da porre i ceppi in modalità "dormiente" e proteggerli. Vengono poi mantenuti in ambiente fresco e soprattutto lontani da ogni possibile fonte di umidità. Perché non c’è peggior nemico dell’acqua per i probiotici. In presenza di acqua, i batteri si risvegliano e non riescono a sopravvivere al di fuori del loro ambiente naturale (intestino) e senza cibo (zuccheri). Ci troviamo di fronte alla sfida più importante che devono affrontare i produttori: come eseguire questi passaggi senza deteriorare una eccessiva quantità di batteri? Tale sensibilità all'acqua richiede molte precauzioni (4):
• Trovare un produttore in grado di riempire le capsule in buone condizioni ambientali e lontano dall'umidità
• Non mescolare i probiotici con altri ingredienti nella stessa capsula, A MENO CHE non sia stata dimostrata la stabilità (chiedere studi)
• Capsule gastroresistenti che proteggano i ceppi fino al raggiungimento dell'intestino
• Prevedere un mix con dosi elevate: la perdita di un buon numero di batteri è inevitabile e questo criterio permette di assicurarsi che comunque un numero sufficiente di batteri arrivi vivo e operativo nell'intestino
• Una confezione adatta che protegga il prodotto per tutta la sua vita.
Una volta scelti i ceppi e chi si occuperà della produzione delle capsule ( e credeteci, abbiamo messo a ferro e fuoco il mercato e non ci sono poi cosi molti attori disponibili e qualitativi), possiamo infine fabbricare un probiotico di qualità.
A cosa servono?
Per sostenere lo slancio commerciale attorno ai probiotici, la scienza cerca di avanzare rapidamente. Se il ruolo principale dei probiotici è quello di ripristinare la flora intestinale per migliorare il transito, i ricercatori hanno rapidamente scoperto degli effetti anche sul sistema immunitario (5,6,7). E i prodotti sul mercato riflettono la predominanza di queste due indicazioni: quasi il 75% dei probiotici viene venduto per sintomi relativi al sistema digestivo. Le problematiche relative al sistema immunitario si piazzano al secondo posto, con circa il 15% delle vendite. Allo stesso tempo, i probiotici cominciano ad essere consigliati un pò per tutti i casi: salute della donna, sport, bambini, cosmetici, sonno, brutto carattere ...
E neanche a dirlo, il marketing riesce a consigliare probiotici in tutte le salse: microincapsulati, disattivati, spore ...
L'obiettivo dichiarato è proteggere questi organismi viventi dagli attacchi subiti durante il trasporto, la produzione e il consumo. State tranquilli, Curiosity ci porterà presto batteri pescati sul pianeta Marte e che resistono persino alle radiazioni (8)! Siamo seri: oggi sappiamo con certezza che non sono necessarie grandi magie e nemmeno un numero esorbitante di ceppi per riuscire ad indirizzarli dove veramente serve. Ciò che è importante è sapere dove si vuole andare: i ceppi giusti, con le giuste dosi, sono sufficienti, anche per problemi più complessi come la flora vaginale (9).
Una cura di probiotici … ma quando?
Mettiamo da parte i casi troppo specifici e concentriamoci oggi sul sistema immunitario. In effetti, il periodo più propizio per una cura di probiotici è l’autunno, la stagione in cui cadono le foglie e compaiono i primi raffreddori e gastriti. Visto che tra il 70% e l’80% del sistema immunitario si trova nell'intestino, prevenire queste patologie con una buona cura di probiotici può essere una buona idea (10,11).
Ma in che modo i probiotici aiutano il sistema immunitario? I dati hanno cominciato ad accumularsi a partire dagli anni '90 e ruotano attorno a 3 assi principali (12,13,14):
• Riduzione dell'infiammazione,
• Occupazione di spazi colpiti da batteri cattivi: fondamentalmente iniettiamo nell’intestino batteri buoni, non lasciando più spazio a quelli cattivi che vengono evacuati,
• Stimolazione del sistema immunitario,
• Tutto questo oltre al comfort digestivo ...
I dati non si limitano a degli studi clinici o meccanicistici.
In effetti, oltre ai dati specifici abbastanza solidi su alcuni ceppi, in particolare per la regolazione della risposta immunitaria, e quindi della gravità dei sintomi (15,16), un nuovo studio più globale ha mostrato gli effetti del consumo di probiotici su costi sanitari associati alle infezioni invernali. Risultato: un minor numero di malati e sintomi più lievi per i meno fortunati, con conseguente riduzione delle consultazioni e degli acquisti di farmaci (17). Cosa si può chiedere di più? Quindi possiamo dirlo senza battere ciglio: sì, i probiotici possono essere un efficace strumento di prevenzione contro il raffreddore e altre patologie. Resta da vedere quali probiotici siano più efficaci.
Quindi, come scegliere un buon probiotico?
• Ricorda che non è solo una questione di numero di UFC (collegamento dell'articolo): controlla che la formula sia completa, che sia costruita con una logica solida, idealmente con ceppi documentati. L'assunzione di più ceppi aumenta le possibilità di successo.
• Verifica che la formula sia stabile. Più è semplice, più è sicura. Evita i mix con eccessive dosi di probiotici o con strani mix di piante, minerali, ecc.
• Fuggi da chi ti presenta prodotti miracolosi. No, oggi i mix di probiotici non ti faranno perdere peso, non più di quanto ridurranno lo stress o miglioreranno la tua pelle.
• Non farti distrarre dagli argomenti di marketing: microincapsulati o no, è la qualità del mix e la documentazione scientifica dei ceppi che farà la differenza.
• Rivolgiti anche a fonti naturali di probiotici: yogurt, olive, sottaceti, kimchi per i warriors.
Un importante dettaglio per finire: accompagnate la vostra cura con fibre dietetiche di qualità chiamate "prebiotici" per massimizzarne gli effetti e soprattutto rimettere la vostra flora intestinale sull’attenti. Ma questa è un'altra storia che merita un altro articolo. Stay tuned ...
1. Czeucka et al., Review article: yeast as probiotics -- Saccharomyces boulardii, Alimentary Pharmacology and Therapeutics, 15;26(6), 2007, 767-778
2. Si la classification et la nomenclature des micro-organisme vous intéresse : https://www.universalis.fr/encyclopedie/bacteries/11-classification-des-bacteries/
3. Sornplang et al., Probiotic isolates from unconventionnal sources: a review, Journal of Animal Science and Technology, 58(26), 2016
4. Fenster et al., The production and Delivery of Probiotics: A review of a practical approach, Microorganisms, 7(83), 2019, 1-17
5. R. Fuller AFRC, Probiotics in man and animals, Journal of applied bacteriology, 66, 1989, 365-378
6. Turchet et al., Effect of fermented milk containing the probiotic Lactobacillus casei DN-114001 on winter infections in free-living elderly subjects: a randomised, controlled pilot study, The Journal Of Nutrition and Healthy Aging, 7(2), 2003, 75-77 77. M.E Sanders et al., Probiotics and prebiotics in intestinal health and disease: from biology to the clinic, Nature Reviews, 16(10à, 2019, 605-616
8. Musilova et al., Isolation of Radiation-Resistant Bacteria from Mars analog Antarctic dry valleys by preselection, and the correlation between radiation and desiccation resistance, Astrobiology, 15(12), 2015, 1076-1090
9. Vásquez et al., Oral administration of Lactobacillus and Bifidobacterium strains of intestinal and vaginal origin to healthy human females: Re-isolation from faeces and vagina, Microbial Ecology in Health And Disease, 17, 2005, 15-20
10. Platt et al., Immunity in the Gut, British Society for Immunology. Lien: https://www.immunology.org/public-information/bitesized-immunology/%C3%B3rganos-y-tejidos/immunity-in-the-gut
11. Celiberto et al., Inflammatory bowel disease and immunonutrition: novel therapeutic approaches through modulation of diet and the gut microbiome, Immunology, 155(1), 2018, 36-52
12. Isolauri et al., Probiotics: effects on immunity, The American Journal of Clinical Nutrition, 73(2), 2001, 444-450
13. Hemarajata et al., Effects of probiotics on gut microbiota: mechanisms of intestinal immunomodulation and neuromodulation, Therapeutic Advances in Gastroenterology, 6(1), 2013, 39-51
14. Galdeano et al., Beneficial effects of Probiotic Consumption on the Immune System, Anals of Nutrition & Metabolism, 74(2), 2019, 115-124
15. Busch et al., Randomized, Double Blind and Placebo Controlled Study Using a Combination of Two Probiotic Lactobacilli to Alleviate Symptoms and Frequency of Common Cold, Food and Nutrition Sciences, 4, 2013, 13-20
16. Berggren et al., Randomised, double-blind and placebo-controlled study using new probiotic lactobacilli for strengthening the body immune defence against viral infections. European Journal of Nutrition, 50(3), 2011, 203-210
17. Lenoir-Wijnkoop et al., Probiotics Reduce Health Care Cost and Societal Impact of Flu-Like Respiratory Tract Infections in the USA: An Economic Modeling Study, Frontiers in Pharmacology, 10, 2019, 1-9